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23007 – Monte Claro

Al di là del muro: una scommessa di nuova percezione urbana

PROGETTO

La proposta parte dall’analisi dello stato dei luoghi, e dall’evidente contrasto tra gli alti valori ambientali e paesaggistici racchiusi dal muro e la sua inadeguatezza sia in termini di contenitore che di elemento architettonico. Risalendo alla genesi dello stesso muro e analizzando le premesse rivelatesi col tempo inadeguate, oggi possiamo valutarne gli effetti, anche e soprattutto in seguito all’accrescimento edilizio verificatosi tutto intorno.
Paradossalmente il muro di cinta del Parco di Monte Claro si sta rivelando un “contenitore” anche per il contesto che lo circonda, enfatizzandone gli aspetti negativi:
difficoltà nella gestione e separazione delle diverse tipologie di percorribilità (automobilistica, ciclabile e pedonale);
incanalamento del traffico veicolare su via Cadello che da una parte favorisce indirettamente l’incremento della velocità (elemento assai negativo visti anche i recenti accadimenti di cronaca) e dall’altra ostacola una distribuzione fluida verso la viabilità secondaria di quartiere;
estrema chiusura verso la cortina edilizia circostante che oltre a produrre una segregazione paesaggistica, fomenta il fenomeno delle isole di calore, privando il quartiere di buona parte degli effetti microclimatici prodotti dal parco.
Tali aspetti critici tentano di racchiudere un elevato valore ambientale, la quale potenza deve essere liberata proprio con il medesimo elemento naturale che lo caratterizza: da un certo punto di vista il muro appare delinearsi come presupposto al “Terzo Paesaggio”, e si cerca pertanto di intercettarne lo spirito perché l’esito di un processo congenito porti a una soluzione vantaggiosa per l’intera Città. Partendo da questo concetto la proposta intende restituire parte del Parco al quartiere, creando una cintura verde attorno allo stesso, senza eliminare del tutto quella che ormai è la memoria storica dell’elemento edilizio, appartenente all’immaginario collettivo.
L’azione è svolta idealmente dall’elemento vegetale, che prende possesso della materia edilizia, la fagocita e la scompone, generando un nuovo spazio pubblico intermedio: il muro storico, fatto esclusivamente di elementi artificiali veri e propri resterà presente solo in alcuni tratti come raccordo sia fisico che mnemonico, mentre per la maggior parte del perimetro esso viene sostituito da una cortina verde. Tale approccio:
genera una separazione utile alla gestione del Parco con le attuali modalità di apertura e chiusura con una nuova gestione degli accessi;
declina l’elemento vegetale in vari episodi, utili affinché la cintura verde alberghi funzioni attualmente esistenti (servizio di nettezza, wc, locali per uffici, controllo e informazioni) e nuove (parcheggi, posteggi bici, punti di ricarica elettrica, chioschi perimetrali per ciclo-officine e caffetteria) che siano a servizio dello stesso Parco nei momenti di apertura ma soprattutto, quando lo stesso Parco è chiuso, del quartiere in generale;
utilizza l’elemento vegetale come dissuasore per calmierare il traffico circostante e attutirne l’impatto acustico, oltre che per proteggere i flussi di viabilità lenta e fornire ampie zone d’ombra ai nuovi usi.

cliente
Città Metropolitana di Cagliari

luogo
Cagliari. Sardegna. Italia

anno
2023 – Concorso di Progettazione * PRIMO PREMIO *

Claudio Pia (capogruppo)

in collaborazione con
Luca Cerullo Architects SLP
Agr. Alberto Pietrogrande
Geol.Giancarlo De Lisio

collaboratori
Agr. Federico Massi
Ing. Andrea Ferrando
Ing. Francesca Zurrida
Paes. Eleonora Gigantesco